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La Nuova Disciplina della Residenza Fiscale delle Società: la Guida Completa

L’ordinamento tributario italiano sta attraversando una fase di profonda metamorfosi che interessa, in modo particolare, la disciplina della Residenza Fiscale delle Società e degli Enti. Il Decreto Legislativo n. 209 del 27 dicembre 2023, emanato in attuazione della legge delega n. 111 del 2023, ha introdotto modifiche sostanziali all’articolo 73 del TUIR, ridefinendo in maniera significativa i criteri di determinazione della residenza fiscale per i soggetti diversi dalle persone fisiche. Questa Riforma, la cui entrata in vigore è prevista dal periodo d’imposta successivo a quello in corso al 29 dicembre 2023, rappresenta un punto di svolta fondamentale nella definizione del collegamento territoriale delle società con il sistema fiscale italiano. L’Agenzia delle Entrate, attraverso la circolare n. 20/E del 4 novembre 2024, ha fornito i primi fondamentali chiarimenti interpretativi su questa Riforma di ampio respiro, delineando un quadro operativo che richiede un’analisi approfondita per comprenderne le implicazioni pratiche e le conseguenze sul tessuto economico-produttivo nazionale.

La cornice evolutiva della riforma

L’intervento normativo si colloca in uno scenario internazionale caratterizzato dall’urgente necessità di adeguare gli ordinamenti nazionali alle sfide imposte dalla globalizzazione e dalla digitalizzazione dell’economia.

Il legislatore italiano, nel ridefinire i criteri di residenza fiscale, ha perseguito un delicato equilibrio tra due esigenze fondamentali:

  • la tutela della base imponibile nazionale in un’economia sempre più interconnessa;
  • l’allineamento della normativa interna agli standard internazionali, con particolare attenzione alle linee guida OCSE e alle migliori prassi europee.

Il principio della worldwide taxation, pietra angolare del sistema tributario italiano, viene rafforzato attraverso una più accurata definizione dei criteri di collegamento territoriale.

La riforma non si limita a un semplice aggiornamento formale delle disposizioni vigenti, ma introduce elementi sostanziali volti a catturare in modo più efficace la reale presenza economica delle società nel territorio dello Stato.

L’innovazione nei criteri di residenza

La nuova formulazione dell’articolo 73 del TUIR conserva l’impostazione alternativa dei criteri di collegamento, ma ne ridefinisce profondamente il contenuto.

Mentre il primo criterio – la sede legale – rimane immutato, gli altri due subiscono una trasformazione concettuale significativa.

La sede di direzione effettiva, che sostituisce il precedente riferimento alla sede dell’amministrazione, viene ora definita come “la continua e coordinata assunzione delle decisioni strategiche riguardanti la società o l’ente nel suo complesso”.

Questa nuova definizione segna un progresso significativo nella precisazione del criterio di collegamento, superando le ambiguità interpretative che avevano caratterizzato la precedente formulazione.

Il legislatore ha posto particolare enfasi sulla continuità e sul coordinamento delle decisioni strategiche, introducendo parametri oggettivi di valutazione che dovrebbero facilitare l’identificazione del reale centro decisionale dell’impresa.

Risulta particolarmente significativa l’esclusione esplicita, ai fini della direzione effettiva, delle decisioni dei soci non aventi contenuto gestorio e delle attività di mera supervisione o monitoraggio.

La gestione ordinaria in via principale: un nuovo paradigma

L’introduzione del criterio della “gestione ordinaria in via principale” rappresenta l’innovazione più significativa della riforma.

Questo nuovo parametro, che sostituisce il precedente riferimento all’oggetto principale, viene definito come “il continuo e coordinato compimento degli atti della gestione corrente riguardanti la società o l’ente nel suo complesso”.

L’Agenzia delle Entrate ha fornito importanti precisazioni su questo criterio, evidenziando come i fattori della gestione ordinaria debbano essere valutati in relazione alla specifica conformazione dell’impresa, considerando:

  • La struttura imprenditoriale nel suo complesso;
  • L’attività caratteristica dell’impresa;
  • L’organizzazione del complesso aziendale;
  • La dislocazione delle risorse umane e materiali;
  • Le modalità operative di gestione del business.

Questa impostazione riflette una visione contemporanea dell’impresa, che tiene conto della complessità delle strutture aziendali moderne e della necessità di valutare il radicamento territoriale dell’attività imprenditoriale sulla base di elementi sostanziali piuttosto che formali.

Impatto sui gruppi multinazionali

La riforma introduce elementi di particolare rilevanza per i gruppi multinazionali, soprattutto in relazione alla distinzione tra Stato di residenza e Stato di collocamento della stabile organizzazione.

La nuova normativa non preclude la possibilità che una società disponga di stabilimenti all’estero, ma richiede che l’attività di gestione ordinaria sia svolta prevalentemente nel territorio italiano ai fini della determinazione della residenza fiscale.

Questo approccio dimostra una comprensione sofisticata delle dinamiche delle imprese multinazionali, riconoscendo la legittimità di strutture operative internazionali pur mantenendo ferma la necessità di individuare un centro di gestione principale.

Gestione delle situazioni di doppia residenza

La gestione delle situazioni di doppia residenza fiscale rappresenta uno degli aspetti più delicati della nuova disciplina.

La riforma si integra nel contesto delle Convenzioni contro le doppie imposizioni, introducendo elementi di maggiore certezza nell’individuazione della residenza effettiva.

Il criterio del “place of effective management” viene mantenuto come elemento risolutivo nei casi di doppia residenza nella maggior parte delle Convenzioni stipulate dall’Italia.

Tuttavia, è significativo osservare come alcune Convenzioni più recenti, in particolare quelle con Canada e Cile, abbiano adottato l’approccio più moderno previsto dal paragrafo 3 dell’articolo 4 del Modello OCSE.

Implicazioni operative per imprese e professionisti

La nuova disciplina della residenza fiscale richiede una profonda revisione delle strutture organizzative esistenti e delle modalità di gestione delle attività imprenditoriali.

In particolare, diventa essenziale:

  1. Effettuare una mappatura dettagliata dei processi decisionali;
  2. Documentare accuratamente le modalità di gestione ordinaria;
  3. Valutare l’impatto sulle strutture di gruppo esistenti;
  4. Implementare sistemi di monitoraggio continuo dei criteri di residenza fiscale.

Prospettive internazionali

La riforma si inserisce in un contesto internazionale caratterizzato da una crescente attenzione al contrasto dell’elusione fiscale e alla corretta allocazione delle basi imponibili tra gli Stati.

Le nuove disposizioni risultano coerenti con le tendenze evolutive del diritto tributario internazionale, in particolare con le indicazioni emergenti dal progetto BEPS dell’OCSE.

FenImprese Dubai supporta le Imprese Italiane

La Riforma della disciplina della residenza fiscale delle società rappresenta un momento cruciale nell’evoluzione del sistema tributario italiano.

Le nuove disposizioni, caratterizzate da un approccio sostanzialistico e da una maggiore precisione definitoria, forniscono strumenti più adeguati per affrontare le sfide poste dall’economia globale.

Il successo della Riforma dipenderà dalla sua concreta applicazione e dall’interpretazione che ne daranno gli operatori e l’amministrazione finanziaria.

In questo contesto di profondo rinnovamento, Fenimprese Dubai si pone come punto di riferimento strategico per gli imprenditori che necessitano di supporto nell’interpretazione e nell’applicazione di questi importanti aggiornamenti normativi.

Attraverso il suo network di professionisti altamente qualificati, Fenimprese Dubai offre un’assistenza completa e specializzata, garantendo agli operatori economici il supporto necessario per navigare con sicurezza attraverso le complessità del nuovo quadro normativo.

L’organizzazione si distingue per la sua particolare attenzione alle tematiche di rilevanza internazionale e per la capacità di fornire un supporto concreto agli imprenditori che operano in contesti transnazionali, confermandosi come partner affidabile nel processo di adeguamento alle nuove disposizioni fiscali.

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Marco Scardeoni

Commercialista e Titolare dello Studio Scardeoni & Partners. Studio multidisciplinare con oltre 30 anni di esperienza, specializzato nel campo della pianificazione fiscale, riorganizzazioni societarie, passaggi generazionali ed internazionalizzazione. Opera nella sede storica di Desenzano del Garda, Milano e Dubai.

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